Per l’inconscio i simboli sono realtà

Ho conosciuto la figura di Jodorowsky più di 15 anni fa, con alcuni suoi film: La Montagna Sacra, El Topo, Fando y Lis, per poi vederli tutti.

Lo Jodorowsky scrittore è arrivato nella mia vita con La danza della realtà, il suo libro più famoso, un’autobiografia scandita in periodi che ha più il sapore di un saggio che di una lunga storia. Da essa sono stati tratti i suoi ultimi due film: La danza della realtà e Poesia sin fin, bellissimi.

Come la maggiorparte dei libri di Jodorowsky, anche La danza della realtà, è consigliabile che venga letto a piccole dosi. I suoi scritti sono così ricchi di contenuti spirituali che per essere recepiti conviene non eccedere, in modo da poter assimilare qualche massima al mattino. In alcuni punti si ha l’impressione di avere a che fare con poesia in prosa, ma il libro contiene più che altro di riflessioni sulla vita, dedotte attraverso una vita atipica, fatta da un lungo continuum di immagini surreali. La vita di Alejandro è un’opera d’arte. Quest’autobiografia non contiene tutto, ma si può definire un buon riassunto, chiarendo i punti principali del suo percorso. Rappresenta perciò l’ideale per un primo approccio a Jodowosky.

Nella Danza della Realtà è descritto molto della sua variegata vita.
Si parte dal rapporto con i genitori e la vita in Cile, le poesie giovanili (il fervente movimento dei poetas en action con Lihn e altri artisti), per continuare con il teatro, la fuga in Francia, la pantomima, gli incontri relativi al cinema, lo studio dei tarocchi e infine la psicomagia. Come in altri suoi libri ho trovato la parte sulla psicomagia (così come quella sui sogni) tra le più noiose, seppur necessaria. Perché si tratta di capitoli costituiti più che altro da esempi che il lettore non vedrebbe l’ora di applicare, ma non può farlo. Perché questi esempi sono ricchi ma non si ha tempo di approfondirli uno per uno, di indagare in maniera meno superficiale sulla psicologia del malato. Il racconto degli atti psicomagici si riduce perciò solo a un semplice resoconto dei fatti. Si hanno davanti, in queste pagine, avanti numerose testimonianze ad episodi, in un misto di psicanalisi e sciamanesimo.



– Ho letto questo libro per la prima volta nel 2012. –

Il problema del perfezionismo si cura se accettiamo di mostrarci più imperfetti di quanto siamo in realtà davanti a chi lo pretende da noi. Una ragazza giovanissima che frequenta una scuola di cinema soffre perché esige troppo da se stessa. “Fin da quando ero bambina non sono mai contenta di quello che faccio. Il desiderio di essere perfetta mi blocca completamente” Le consiglio di girare un cortometraggio, il più brutto possibile. Mal diretto, mal fotografato, male interpretato, con una storia stupida raccontata in modo assurdo. Poi deve radunare la sua famiglia, mostrare loro quella schifezza e obbligarli ad applaudire e a elogiarla.

Alle persone depresse è bene rivolgere la domanda: “Se non esistessero leggi e tutto ti fosse concesso, chi ammazzeresti e come?” aiutandole così a compiere i loro delitti in modo metaforico. Inoltre a queste persone è utile consigliare di fare qualcosa che non hanno mai fatto e nemmeno immaginato.


Quando si desidera possedere una qualità ma non la si può avere, è comunque possibile imitarla.

Per consigliare le persone afflitte da nevrosi sociali, mi sono ispirato al film Il mago di Oz. Un uomo di latta vuole avere sentimenti, lo psicomago gli fissa sul petto un orologio a forma di cuore. L’uomo di paglia vuole essere intelligente, lo psicomago gli conferisce un diploma universitario. Il leone vigliacco vuole essere coraggioso, lo psicomago lo decora con una medaglia.
Per l’inconscio i simboli sono realtà!

La Danza de Realidad

“I want to make cinema that loses money, cinema that forces me to look for work in other mediums. Filmaking for me is sacred. Films should have a purpose, to open our consciousness.” – Alejandro Jodorowsky